Angelina Jolie e i Troggs
Tempo di lettura: 5 minutiDopo essere entrata di nascosto ingarbugliandomi in mezzo ai fili e dopo aver sgocciolato acqua piovana dappertutto, questa volta mi sono introdotta nel blog dei Roommates armata di buoni propositi. E anche di uova, farina, burro e zucchero. Il problema è che mentre preparavo i biscotti natalizi, mi è caduta altra roba nell’impasto, perciò non so se il risultato sarà proprio quello che speravo. Diciamo che mi piangeva il cuore al pensiero di buttare via tutto, perciò ho provato a dargli un senso. Ecco com’è andata, con l’ingrediente più importante: l’amore, davvero, per le Note di Stile, quelle che legano musica e moda. Quella di oggi racconta la storia di Angelina Jolie e dei Troggs.
Love Actually
Tutto è nato da un film natalizio che in qualche modo mi sta molto a cuore intitolato “Love Actually” (“L’amore, davvero”) e da questa sdolcinata pellicola è saltato fuori Bill Nighy, forse perché compie 70 anni proprio oggi.

Bill Nighy
L’attore impersona una vecchia leggenda del rock and roll dal carattere cinico e pungente, che per riconquistare il mondo discografico torna alla ribalta con il singolo “Christmas is all around”, cover del brano “Love is all around” dei Troggs. Fin qui, tutto bene. Se non fosse che da queste parti le storie sono sempre un po’ ingarbugliate, come anche in “Love Actually” d’altronde. La vicenda del personaggio interpretato da Bill Nighy, infatti, si mescola con altre storie, che girano tutte intorno al cuore del film: l’amore, in tutte le sue forme. Ma non ti preoccupare, non voglio scrivere uno di quegli articoli natalizi sull’amore che ci circonda, troppo zucchero, non va bene nemmeno nei biscotti. Preferisco scrivere una ricetta meno melensa, scoprendo inaspettati abbinamenti tra musica, società e ovviamente moda (tanto ormai lo sai che finisco sempre lì).
101801 Max Mara

Troggs
Qualche anno fa, proprio per colpa di “Love Actually”, ho lasciato il cuore su un cappotto particolare, uno dei modelli più iconici di sempre: il numero 101801, creato da Max Mara nel 1981. Il successo di questo modello, ancora attualissimo dopo quasi 40 anni, è dovuto alla sua grande versatilità. Concepito per rappresentare l’indipendenza femminile, è stato indossato da donne di tutto il mondo nelle occasioni più disparate. Perfetto per andare a fare la spesa come per un’uscita in abito da sera, il cappotto 101801 è diventato un vero e proprio simbolo di femminilità e libertà di stile. E a proposito di spirito di indipendenza femminile, mi sono accorta che non è ancora saltata fuori Angelina Jolie ma non credo ci sia da preoccuparsi: scenderà giù dal testo quando meno te lo aspetti. Magari quando saranno pronti i biscotti e forse capiremo anche cosa c’entri Angelina Jolie e i Troggs.
Wild things

101801
Intanto mi è venuto in mente un aneddoto raccontato dal regista di “Love Actually”: a un certo punto era talmente sotto pressione nel gestire le diverse vicende del film, da non saper più decidere nemmeno quale cappotto dovessero indossare i suoi attori. Ecco, diciamo che anche io mi sento un po’ il cuore in gola mentre cerco di tirare le fila del discorso, stando attenta a non tirare anche quelle del cappotto (anche perché altrimenti si disfa tutto).
Proviamo quindi a tornare alla musica rock e vediamo cosa c’entra con i cappotti. Pare che faccia parte della storia dei Troggs riuscire a lasciare il segno, perché oltre al singolo “Love is all around” (reinterpretato, tra gli altri, da Wet Wet Wet e R.E.M.), anche il loro “Wild Thing” è stato riproposto da molti artisti, tra cui ricordiamo Jimi Hendrix, Prince, Bruce Springsteen, Bon Jovi e Billy Idol.
Stavo pensando al clima degli anni ’60/’70 e ai cappotti: i Troggs lo avranno pur messo un cappotto per ripararsi dal freddo! No dai, scherzo. Non mi riferivo al clima meteorologico ma a quello sociale, che in quegli anni ha ispirato la “wild thing” dei Troggs ma anche quelle vissute da altri artisti come Andy Warhol, tutte riassunte in una collezione di Max Mara, ispirata proprio a quel periodo e intitolata – non a caso – “Where the Wild Things Were”.
Angelina Jolie e i Troggs

Angelina <3
Ma cosa lega Angelina Jolie ai Troggs, ai cappotti e a Love Actually? C’è ancora qualcosa da chiarire: Troggs è l’abbreviazione di Troglodytes (Trogloditi), un nome d’arte che la dice lunga su questi quattro ragazzotti di campagna un po’ volgari e senza alcuna vergogna per le loro scarse capacità tecniche. Nulla a che vedere con l’eleganza e la professionalità di Angelina Jolie, ma c’è da dire che il successo del 1966 “Wild thing” non è un pezzo dei Troggs, benché siano stati loro a portarlo al successo. Il brano fu scritto originariamente nel 1965 da un certo Chip Taylor, che altri non è che lo zio della Jolie.
A dirla tutta, l’attrice è stata anche sposata con un attore del cast di Love Actually e in questi giorni non perde occasione per sfoggiare l’immancabile cappotto color cammello Max Mara, must have di stagione. Inoltre, tornando al tema della libertà di stile in auge negli anni ’80, due mesi fa Angelina Jolie ha dedicato un elogio proprio all’indipendenza femminile, concludendo che
“non importa quello che indossi fuori, se non hai una mente aperta e determinata”
Può sembrare una considerazione banale ma proviamo a pensarci un attimo: se hai una buona apertura mentale, può essere significativo anche quello che indossi perché diventa la proiezione di uno stile interessante, per non dire ispirante.
Note di Stile e profumo di biscotti
Si potrebbe anche dire che lo stile non è molto diverso da un brano musicale: se non sai interpretarlo, non comunichi nulla. Ed ecco perché ricordiamo ancora oggi i Troggs: perché pur componendo canzoni con quattro accordi in maggiore, un solo ritmo, voci senza educazione e testi ben poco seri, hanno saputo interpretare un’epoca e farsi interpretare da quelle successive.
Dai, direi che una mezza sistemata l’ho data: me ne vado con il mio cappotto sporco di farina, lasciando un buon profumo di biscotti e parecchie briciole sotto al divano. Credo anche di aver lasciato la mente aperta ma la corrente non mi preoccupa, anzi!
L’idea che possa entrarvi qualche altra nota di stile mi scalda il cuore.
Rosa
12 Dicembre 2019 14:26È bello prendersi un caffè e leggervi. Damiana molto brava ma anche Marco si difende benissimo. State facendo un bel lavoro.
Damiana
12 Dicembre 2019 14:31I ragazzi fanno un lavorone e i vostri apprezzamenti sono la miglior motivazione possibile. Grazie di… cuore
Manuela
12 Dicembre 2019 17:06Anche questa volta, ho seguito con interesse i “fili ingarbugliati” di Damiana.
Che coincidenza leggere qui del film “Love actually” che proprio in questi giorni è stato rispolverato da Boris Johnson che, a caccia di voti pro-brexit, ne ha fatto uno spot parodia deridendo Hugh Grant, uno dei protagonisti del film, notoriamente e decisamente anti-brexit e anti-Boris Johnson.
Piacevole lo stile dei Troggs e molto piacevoli “Wild Thing” che conosco anche nella versione di Springsteen (ce l’ ho in qualche bootleg) e “Love is all around” che nella cover dei Wet Wet Wet fa parte della colonna sonora di “Quattro matrimoni e un funerale”, guarda caso un altro film interpretato da Hugh Grant.
…Sempre a proposito di fili intrecciati!
Damiana
12 Dicembre 2019 21:02Verissimo, ci sono moltissimi altri fili intrecciati intorno a Love Actually: confesso che ho dovuto rinunciare a un sacco di collegamenti che purtroppo avrebbero reso molto più complicata la lettura. Chissà che non ci si ritrovi a parlarne ancora…
Manuela
13 Dicembre 2019 11:14Non deve essere facile fare una scrematura quando si hanno tante cose da raccontare ma ciò che hai lasciato da parte, sicuramente potrai ripescarlo al momento opportuno????.
Alla prossima puntata ????
Damiana
13 Dicembre 2019 11:33Chissà che non ci riesca davvero. Alla prossima 🙂