Instagram killed the rockstars (?)
Tempo di lettura: 3 minutiDei social è stato già detto un po’ di tutto: che uniscono, che dividono, che banalizzano, che danno diritto di parola a chiunque (anche agli imbecilli, che non siamo mai noi), che rendono superficiali i giudizi e ancora di più i rapporti umani.
Ma cosa vogliamo dire dell’impietosa metamorfosi delle più iconiche Rockstar in ordinarie ed attempate macchiette borghesi o in ammiccanti icone pop un po’ fashion blogger che ci hanno regalato negli ultimi anni Instagram & co?
Con questo non voglio affermare che i social abbiano il potere di redimere vite dissolute, con ogni probabilità la ”normalizzazione” avrebbe fatto il suo corso lo stesso, ma senza i vari Instagram, Facebook ecc. tutta questa normalità non avrebbe saturato il mio smartphone.
Io avevo magistralmente cristallizzato i miei anni da teenager in cliché, immagini confortanti nella loro previdibilita’ fatte di anfibi e tulle, capelli lunghi spettinati, rossetti sbavati, camicie a quadri, calze smagliate… Ma poi qualcosa è cambiato…
Prendiamo l’equazione Billy Corgan – Halloween, in un mondo normale, almeno nel mio, uno dovrebbe pensare a zucche spappolate, al fatto che il mondo è un vampiro o al massimo al nostro che sì aggira per set porno vestito da Nosferatu come nel video di Adore e invece no, il suo profilo Instagram ci offre squisiti quadretti familiari di dolcetto-scherzetto per le vie della città. La perla più rock che che ci ha regalato nell’ultimo mese su Instagram è il commento ammiccante al six pack di Lenny Kravitz che a sua volta finge profondità citando Bowie spalmato su un sofa blu elettrico…

Lenny Cappottato sul Divano
Restando in area fitness, che dire di Mick Jagger? Nel suo rappresentare sempre e comunque l’incarnazione del rock, anche quando sbadiglia, non mi tolgo dalla testa i video con le passeggiate al parco e gli esercizi ed i ballettini durante la sua convalescenza postoperatoria e i commenti da papà un po’ rinco sui profili dei suoi 3.432 figli fatti con altrettante compagne (questo sì come una vera Rockstar!)
Ma la perla delle perle, con tanto di filo di perle bon ton, è Courtney Love 2.0. Che a modo suo abbia sempre strizzato l’occhio al fashion e che addirittura sia stata lei fonte di ispirazione per la moda è un fatto, però vederla fashion blogger, agghindata da gran dama, in prima fila alle sfilate di Chanel con Frances Bean al seguito, mi spiazza tanto, tanto, tanto. Sarà che non ho mai mandato giù il triangolo con Billy Corgan (a volte ritornano) e Kurt Cobain. Di Kurt purtroppo non conosceremo mai l’evoluzione social…

Frances Bean e Courtney. Sobrie. Forse.
Se con la copertina di Never Mind the Bollocks degli anarchici Sex pistols ci hanno brandizzato una carta di credito ci possiamo fare una ragione per tutto anche del fatto che Courtney, Billy e Mick come piccoli e diligenti Renton di Trainspotting abbiano “messo la testa a posto, comprato il salotto tre pezzi e stipulato l’assicurazione sulla vita per andare avanti così lontano dai guai in attesa del giorno in cui morirai…” ma volevo solo che lo facessero per conto loro lasciando intatto il mio album dei ricordi idealizzati.
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