
Il caffè, Borsalino e David Bowie
Tempo di lettura: 6 minutiStavo prendendo un caffè al bar quando improvvisamente mi si è aperta una finestra su Hollywood. Il barista parlava del Borsalino e mi è venuto in mente Casablanca. Da lì sono passata alle icone di stile in un viaggio mentale tortuoso che sto per proporti. Vediamo come, da una tazzina di caffè, riusciamo ad arrivare al rock and roll e a scoprire cosa c’entra il caffè con Borsalino e David Bowie.
In testa alle classifiche di stile
Questa storia è un po’ come il fascino: parte dalla testa. Ed è proprio lì che stiamo andando: in testa, ovvero in cima alle classifiche di stile (e non solo). In realtà ci stiamo proiettando nella dimensione del cinema salendo fin sulla vetta, tra i film cult di sempre, quelli dei quali non possiamo non aver mai sentito parlare. Riesci a immaginare personaggi come Indiana Jones, i Blues Brothers e Freddy Krueger senza il loro iconico cappello? Pensa che la loro immagine, tatuata nella nostra memoria, è legata indissolubilmente a quella del marchio che ha firmato i loro copricapo e non solo: stiamo parlando dei cappelli Borsalino. Cosa c’entri il caffè con Borsalino e David Bowie, invece, lo scopriremo più tardi.

Humphrey e Ingrid in Casablanca
Molto più di semplici accessori moda, i modelli Borsalino diventano presto i migliori amici di uomini come Al Capone e Federico Fellini e vengono identificati quasi come coprotagonisti in moltissime celebri pellicole. Ne indossava uno Robert Redford in “La mia Africa”, Robert De Niro ne “Gli intoccabili”, Johnny Depp in “Nemico pubblico”, Nicole Kidman in “Australia”, Diane Keaton in “Io e Annie”, Leonardo Di Caprio in “Revolutionary Road” e Roberto Benigni ne “La vita è bella”. Per non parlare di Humphrey Bogart e di Ingrid Bergman in “Casablanca”!
Casablanca: un cappello per due

Il film “Borsalino” con Belmondo e Delon
In questa storia c’è un legame molto stretto tra musica, moda e cinema e il film “Casablanca” lo testimonia in modo particolare. Non solo perché Humphrey Bogart (che non era “un bellissimo”) deve gran parte del suo fascino proprio al look sfoggiato in “Casablanca” ma anche e sopratutto perché il suo cappello in feltro sarà il biglietto da visita di Borsalino a Hollywood. Da lì in poi verrà consacrato come protagonista assoluto, dando il proprio nome a ben due pellicole cinematografiche (cosa mai successa ad altri marchi prima di allora). Già indossato da personaggi come Gabriele D’Annunzio e Pancho Villa, da “Casablanca” in poi, Borsalino vide crescere sempre più il suo successo, finendo sulla testa di artisti e celebrities di tutto il mondo. Da Winston Churchill, Charlie Chaplin ed Ernest Hemingway, passando per Clint Eastwood, Woody Allen, Patty Smith, Madonna e Michael Jackson.
Un caffè con David Bowie
Fa parte del “team Borsalino” anche David Bowie, un uomo che dello stile ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica. Un artista che ha fatto girare la testa a uomini e a donne di tutto il mondo, un simbolo vivente, la prima rock star a dichiarare pubblicamente la sua omosessualità. E poi a smentirla. E poi a dichiararsi di nuovo gay ma poco importava come stessero le cose. Una volta sua moglie lo trovò a letto con Mick Jagger, entrambi completamente nudi: dopo pochi minuti erano tutti e tre tranquilli a bersi un caffè, per dire. Ed eccolo qui il caffè, ma per capire cosa c’entri con Casablanca e con il cappello, dovrai aspettare ancora un pochino.
La Madrina del Rock’n’roll
Mi serve giusto qualche minuto da dedicare doverosamente alla Giornata internazionale della Donna. Devo ammettere che l’idea di celebrare le “conquiste” sociali, economiche e politiche delle donne proprio oggi non mi è nemmeno passata per la testa. Tuttavia mi fa piacere ricordare una donna in particolare, che ebbe un ruolo fondamentale nella storia che Note di Stile sta cercando di raccontare a modo suo. Come fa notare una delle più strette collaboratrici di David Bowie (Erin Tonkon), a gettare le basi per lo sviluppo della musica rock fu proprio una donna, un’artista degli anni ’30 di nome Sister Rosetta Tharpe. La cantante fu di ispirazione per un’intera generazione di musicisti nei due decenni successivi ma quella della “Madrina del Rock’n’roll” è un’altra storia, perciò torniamo allo stile e alla musica, con David Bowie. L’8 marzo infatti è anche il giorno in cui, nel 2013, esce “The Next Day”, l’album accolto come simbolo della rinascita di David Bowie dopo 10 anni di silenzio discografico. Un silenzio che ha avuto un peso notevole, direttamente proporzionale alla spettacolarità della sua arte.

David Bowie – “Absolute Beginners”
Humphrey Bogart influencer
Bowie è stato una rock star trasformista in ogni sua performance, declinata sempre e comunque allo spettacolo. Pochi artisti rock sono riusciti a sfoderare una tale forza espressiva, in grado di sposare perfettamente la musicalità dei versi, grazie anche a una notevole capacità interpretativa e creativa. Non a caso – con 71 videoclip all’attivo (oltre ad altre collaborazioni e video album) – è da sempre riconosciuto uno dei pionieri del video musicale.
David Bowie attore
“Penso che la mia musica non sia fatta per le radio”, affermò lui stesso, quando gli chiesero cosa gli fosse passato per la testa accettando di recitare in uno spot televisivo giapponese. Ecco perché fu molto attivo anche nel ruolo di attore vero e proprio: “Sono un attore – diceva lui stesso – Recito una parte. Frammenti di me stesso”. Mi viene in mente il musical “Absolute beginngers”, per il quale oltre a recitare, scrisse e interpretò l’omonimo singolo. Il musical non ebbe lo stesso successo del brano ma nel video musicale David Bowie appare (guarda caso) con un raffinato look alla Humphrey Bogart in “Casablanca”, con tanto di borsalino e trench.
E il caffè?
Ed ecco cosa c’entra il caffè con Borsalino e David Bowie. Ah no, manca il caffè! A questo punto in effetti suppongo che ti stia ronzando in testa una domanda: cosa c’entra il caffè in tutto ciò? È indubbio che il mondo del bar e David Bowie siano in qualche modo legati, basti pensare ai caffè che ha frequentato a Berlino. Ma anche al grande numero di omaggi che ancora oggi gli vengono dedicati in questo genere di locali. Come nel Café Royal di Londra, dove si sono confrontati e incontrati grandi artisti come Paul McCartney, Barbara Streisand, Mick Jagger e naturalmente, Bowie.
Il marocchino di Borsalino

Un celebre Borsalino
Ciò che forse resta meno chiaro è cosa c’entri Casablanca, perché il caffè non sembra avere collegamenti diretti con il Marocco. No, non li ha nemmeno il “marocchino”, se stavi pensando alla bevanda a base di caffè, latte e cacao. Il suo nome non deriva dal Paese del Nordafrica ma da un fatto più curioso che ci interessa da vicino. Pare che l’impiegato di un’azienda piemontese – guardando la bevanda servita come di consueto nella tazzina di vetro e soffermandosi sul contrasto tra caffè e latte – notò una certa somiglianza con il “marocchino”. Che altro non è che la striscia di pelle (di color marrone), inserita all’interno dei cappelli fabbricati nell’azienda in cui lavorava, che (ovviamente) era la Borsalino. Chi lo avrebbe mai detto? (Occhiolino)
Il fascino parte dalla testa
Tornando alla musica e allo stile, forse ti girerà un po’ la testa dopo aver volteggiato così tanto intorno a lui. C’è da dire che davanti a uno degli artisti più influenti degli ultimi cinquant’anni non si poteva fare altrimenti. La buona notizia è che siamo arrivati alla fine di questa storia. Partiti dal caffè, siamo arrivati al Borsalino, a David Bowie e ora torniamo all’iconico cappello.

David Bowie nel suo ultimo servizio fotografico.
Prima della sua scomparsa infatti, David Bowie ha scelto di salutare il suo pubblico in grande stile, realizzando un ultimo servizio fotografico con indosso un look davvero degno di nota. Un outfit reso impeccabile grazie anche a un fantastico cappello, che (indovina!) porta la firma di Borsalino.
Si potrebbe scrivere ancora molto sullo stile di David Bowie ma per oggi mi limito a concludere così, con tanto di cappello all’immagine con la quale un mito intramontabile ha deciso di salutarci.
Laura
4 Marzo 2020 10:19…tanto di cappello…
DB
8 Marzo 2020 19:59Davanti a certi personaggi non si può dire altro. Chapeau!
MQuattro
7 Marzo 2020 23:43Questo articolo è da mettere in testa
DB
8 Marzo 2020 19:59Mi godo il privilegio finché posso 😉
Manuela
8 Marzo 2020 14:58È sempre interessante leggere come un accessorio di stile unisca cinema, musica, moda e cultura.
DB
8 Marzo 2020 19:58Grazie Manu, quello del cappello è un tema che mi è stato suggerito e devo dire che mi sono molto divertita. Alla prossima 🙂
ALBEgrafiche
14 Marzo 2020 09:04Il borsalino è il cappello per antonomasia dell’anti-eroe detective del noir, molto america anni ’20.
Se togliete il borsalino a Dick Tracy otterrete un Clark Kent con un lungo cappotto di un esibizionista da cabaret.
Se il nostro intento è quello di togliere il cappello a Spirit, otterremo un impiegato ragioniere alla festa di carnevale dell’ufficio.
Se private Eddie Valiant del proprio borsalino… beh, vi rimane Bob Hoskins.
DB
14 Marzo 2020 10:52È proprio vero ma per fortuna il Borsalino non si può più togliere dalla testa di nessuno, tanto meno dalla nostra.