
Storia di Johnny B. Goode
Tempo di lettura: 4 minutiIl 31 marzo 1958 Chuck Berry ha scritto la storia del rock, 63 anni dopo Note di Stile racconta la storia di Johnny B Goode, il brano che lo ha reso una leggenda. Non mancheranno gli improbabili fili che legano il mondo del rock a quello della moda, grazie a Yves Saint Laurent e ai pantaloni di Chuck Berry.
Storie di plagi
Note di Stile torna (anche contro il tuo volere) a raccontarti storie di moda e di musica rock, utilizzando qualsiasi pretesto per metterci lo zampino. Ed eccolo qui, il pretesto di oggi: esattamente 63 anni fa (31 marzo 1958) usciva Johnny B. Goode di Chuck Berry. Il brano, conosciuto persino dalle pietre, venne replicato anche da Michael J. Fox nel film “Ritorno al futuro”. Cosa c’entra il film? Tanto per cominciare, come sai, lo adoro (se non lo sai, “sallo” qui), in secondo luogo ci da uno spunto per addentrarci nella storia di Johnny B Goode.
Siamo nel 1985. Marty McFly – per chi OSA ignorare chi sia – è il protagonista di Ritorno al Futuro, che grazie a una macchina del tempo si ritrova nel 1955. A un certo punto deve sostituire un musicista che avrebbe dovuto suonare a una festa scolastica e, dovendo improvvisare, Marty suona la musica che conosce meglio. Nello specifico interpreta Johnny B. Goode, pezzo che nessuno conosce dato che nel 1955 Chuck Berry l’aveva a mala pena scritto. Nessuno sembra apprezzare la sua esibizione (non erano ancora pronti alla chitarra sfasciata, in stile Kurt Cobain e Pete Townshend) ma il musicista sostituito da Marty rimane folgorato da quel brano e fa una telefonata.
“Chuck, Chuck! Sono Marvin, tuo cugino: Marvin Berry! Sai quel nuovo sound che stai cercando? Bene, senti questo!”
Storia di Johnny B. Goode

Marvin fa sentire al cugino Johnny B. Goode
Nella finzione cinematografica, quindi, Chuck Berry scrive “Johnny B. Goode” su suggerimento telefonico di suo cugino, dopo averlo sentito suonare da Marty McFly. Ma perché stiamo perdendo tempo con questo film? Perché “Johnny B. Goode” – considerato il pezzo da cui è nato il rock and roll – è un plagio nella finzione cinematografica ma anche nella realtà. Il riff di chitarra, infatti, è ripreso nota per nota da “Ain’t that just like a woman” di Louis Jordan, uno dei padri fondatori del blues e del jazz. Il plagio non era così mal visto tra musicisti blues e il brano diventò il pezzo con cui il rock and roll di Bill Haley e Elvis Presley prese forma e sostanza, senza alcuna rivendicazione da parte di Jordan.
L’eredità di Chuck Berry

Berry e Springsteen suonano Johnny B. Goode
Fu grazie al brano Johnny B. Goode che il rock arrivò fino ai giovani inglesi Beatles e Rolling Stone ma Chuck Berry influenzò moltissimi altri artisti. Dai Beach Boys ai Led Zeppelin, passando per Carlos Santana, Coldplay, Elton John e persino Mina. C’è qualcosa di lui anche in Bruce Springsteen. Tra l’altro di Springsteen (come del film Ritorno al Futuro) abbiamo parlato nel pezzo di Note di Stile dedicato ai jeans. Casualità? Non credo, d’altronde stiamo ancora parlando di pantaloni. Anzi, potremmo essere vicini a scoprire cosa diavolo c’entrino i pantaloni di Chuck Berry con la storia di Johnny B Goode.
I pantaloni di Chuck Berry (e quelli di YSL)

Chuck Berry per Saint Laurent Music Project
Nel 1958, nell’anno in cui esce Johnny B. Goode, Yves Saint Laurent diventa direttore creativo della griffe Dior. A solo 21 anni lo stilista propone la sua prima collezione, destinata a cambiare letteralmente il corso della storia della moda, esattamente come Chuck Berry cambiò quella del rock. Tra le altre cose, lo stilista rivoluzionò il costume proponendo lo smoking da donna quando le donne che indossavano pantaloni in pubblico suscitavano ancora polemiche. Le strade della maison e del musicista si incontrarono quando Berry venne ritratto con addosso dei pantaloni Yves Saint Laurent, abbinati a giacca e camicia della stessa collezione. Yves Saint Laurent era già scomparso ma fu un progetto finalizzato a celebrare leggende del rock come lui, che era molto vicino alle preferenze musicali dello stilista.
La duck walk

La duck walk di Michael J. Fox
In qualche modo siamo arrivati ai pantaloni di Chuck Berry ma non è ancora finita. Dobbiamo aggiungere che l’artista protagonista della storia del rock non era solo bravo a cantare e a suonare, sapeva anche muoversi e sopratutto sapeva raccontare. Chuck Berry rappresentava qualcosa di nuovo, di potente, ammiccante e anche provocatorio. Fu il primo rocker a scrivere testi e musica. Teneva il palco come mai nessuno aveva fatto prima di lui: suonava in ginocchio o su una gamba. Suonava con il suo celebre duck walk, il passo dell’anatra adottato anche da Angus Young degli AC/DC e replicato su migliaia di palchi e pellicole cinematografiche (compreso Ritorno al Futuro, ovviamente). Tra l’altro Angus Young è nato, indovina un po’… il 31 marzo 1955. Quindi nell’anno in cui Chuck Berry ha scritto Johnny B. Goode e il giorno in cui, tre anni dopo, lo stesso brano ha iniziato a scrivere la storia del rock.
Un’altra storia di Johnny B. Goode
Non credo che i pantaloni indossati da Chuck Berry la prima volta che fece la duck walk fossero firmati da un grande stilista. Però pare che improvvisò quel passo durante un’esibizione, per nascondere le pieghe dei pantaloni che evidentemente non gli sembravano cadere al meglio. Insomma, si può dire che oltre al brano, anche i pantaloni di Chuck Berry sono in qualche modo entrati nella storia del rock.
Manuela
1 Aprile 2021 10:49Brava Damiana, grande storia anche questa….mi aspettavo che prima o poi avresti parlato del mitico Chuck Berry….lo adoro, come adoro i pantaloni e ovviamente Bruce Springsteen (ormai lo sai) 😉😘
DB
1 Aprile 2021 13:08Grazie mille Manuela! Ancora una volta siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Di Chuck Berry volevo parlare da tempo: il compleanno di Johnny B. Goode è capitato proprio a fagiolo :*