Blog

…Perchè la Guerra è una M*rda

Tempo di lettura: 7 minuti

In fin dei conti per parlare di Fortunate Son posso solo esordire con “Lo sapete? La guerra è una m*rda” e da qui andare avanti spiegandovi il motivo. O anche semplicemente attendere che lo abbiate davanti agli occhi.

Ma prima di parlarvene, vi faccio sentire una delle poche cose buone della guerra: la spinta a creare una generazione di artisti che le si rivoltano contro.

Fortunate Son. 50 anni fa, oggi.

Eccoci. Poco fa vi ho scritto che la “La guerra è una merda” (Ora che l’articolo è iniziato, posso evitare la censura). Per quanto la tautologia sia evidente, mi devo perdere un po’ a spiegarvi il perché lo penso e lo voglio dire. Lo spunto mi arriva ovviamente dal brano di cui abbiamo studiato il riarrangiamento per Room120, Fortunate Son dei CCR (si, insomma, Creedence Clearwater Revival è un gran bel nome, ma abbrevio o ci impazzisco). Prima dei miei pensieri, che potrebbero piacervi come no, preferisco seguire il corretto snodo di trama che è richiesto da questi articoli. Quindi iniziamo con….

La band – Creedence Clearwater Revival

I Creedence Clearwater Revival sono stati un gruppo rock statunitense, attivo dal 1967 al 1972.

Questo è ciò che ci racconta Wikipedia, e che chiunque può leggere, noi possiamo filtrare molto di ciò che esiste e limitarci a sorridere del genio di John Fogerty (chitarrista e cantante) del legame travagliato con suo fratello Tom; Stu Cook (bassista) e Doug Clifford (batterista).

Hanno composto di tutto dal country, al blues al rock’n’roll, in quello che venne definito lo “swamp rock”, anche se non è altro che uno dei modi di declinare il Southern a noi tanto caro con Allman Brothers, ZZ Top e Lynyrd Skynyrd.

Come sempre potremmo raccontarci tante cose su quei 5 duri e complessi anni. Relativamente pochi se ci pensate. 

 

Ma parliamo di cosa han fatto: hanno ad esempio venduto quasi 30 milioni di dischi nei soli Stati Uniti e sono comunque entrati nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1993. Forse una delle principali cause del declino è imputabile alla prematura scomparsa di Tom, infettato da una trasfusione e morto di AIDS nel 1970, ma resta il fatto che questa meravigliosa band ha sfornato meraviglie come:

  • Born in the bayou – parlavamo di swamp, vero?
  • Proud mary – se non la conoscete, vergognatevi
  • green river
  • fortunate son
  • travelin’ band

Una cosa che ci terremmo ad evidenziare sta nel fatto che loro, da sudisti, si schierarono sempre contro la guerra, soprattutto in periodi di “aria di Vietnam“.

Proprio da questo discorso si parte per parlare del brano.

Il brano

Fortunate son nasce nel 1969, viene registrata a settembre ed uscirà col disco Willy and the Poor Boys il 2 novembre dello stesso anno. E’ un brano di svolta, è un brano di solidarietà nei confronti di chi deve partire per il Vietnam (e stop, coi Rolling Stones, STOP coi Beatles, stop).

Il brano dura solo 2:21, ve ne sono versioni di ogni durata e di ogni possibile mood, resta il fatto che le tre strofe e i relativi ritornelli restano dannatamente incisivi.

Si parla di figli della “America bene”, i figli fortunati di una generazione di ricchi, potenti e privilegiati. I figli che non partiranno per il Vietnam, i figli che non andranno a morire in guerra.

Fogerty scrive questo brano pensando a David Eisenhower e Julia Nixon, due freschi sposini, il primo era il nipote del Presidente Eisenhower, la seconda era la figlia di quello che all’epoca era il Presidente eletto degli Stati Uniti (quindi non ancora in carica).
Era certo che quei due figli non sarebbero partiti, quindi li associava nel brano ai figli che agiteranno la bandiera, o a quelli cresciuti con i cucchiai d’argento, o quelli che hanno quel luccicare negli occhi, quella eredità particolare.

E poi…e poi ci sono gli altri. Quelli che non avevano nulla di ciò, e per questo sarebbero andati.

Questo mi da uno spunto per un pensiero, cardine in questo contesto…

La guerra e l’arte

Questo è qualcosa che aggiungo nuovamente tra il racconto del brano, lo sviluppo di cosa Fogerty e soci hanno fatto con il loro pezzo di Storia e il nostro modo di riarrangiare.

In questa parte inserisco, suggerisco e bisbiglio il motivo per cui nell’incipit ho indicato la “Guerra” come una “Merda”. Il collegamento intanto è naturale nella storia di Fortunate Son, ma non è abbastanza per limitarci a questo.

Da sempre la Guerra viene incensata, viene raffigurata già nel primo Grande Libro della Storia in cui viene vista come una entità a cavallo di un enorme Destriero Rosso. Ecco. Quel Cavaliere raccontato da Giovanni è stato visto come colui che è in grado NON di portare guerra, ma di levare la Pace. Anche perché la differenza, per quanto sottile è comunque squisita. La Guerra in sé non ha senso di esistere se non insediandosi al posto di una Pace, che è la condizione unica per permettere di prosperare agli esseri umani (e non solo). La Guerra invece non permette a nessuno di prosperare. Nessuno, se non per bagliore riflesso, un po’ come si discuteva in War Pigs dei Black Sabbath, e dei Signori della Guerra e dei politici che mandano il popolo a morire come pedoni degli scacchi. Questi sciacalli hanno sempre vissuto (e sempre vivranno) su spalle più deboli, ma questo non fa altro che rafforzare la frase dell’incipit.

Il collegamento è ancora non immediato, con il brano. Ma ci stiamo arrivando.

La guerra è una merda. Ok. Ha però permesso una cosa, tipica degli esseri umani: da sempre siamo sopravvissuti come specie, ad ogni difficoltà, e in tempi moderni questo ci viene permesso grazie al fatto che siamo organizzati per poter condividere a sufficienza il dolore con i nostri simili in maniera tale da farci forza e superare tutto insieme. Si. Insieme. Nulla come le grosse avversità della vita ci permette di crescere e di farci forza gli uni con gli altri.

Questo ci caratterizza a tal punto da generare movimenti e correnti anche nell’arte. L’opposizione alla guerra prima, durante e dopo la stessa, genera in persone particolarmente intelligenti o sensibili, un particolare modo di intendere la vita alla luce di un’assoluta libertà di critica. Questo rende molti artisti uniti in correnti in grado di generare nuove forme d’arte o di incanalare in modo esemplare arti già esistenti.

Pensiamo solo a quell’artista spagnolo che, a seguito di un bombardamento di una cittadina nel ’37, stese l’orrore vissuto da lui e le persone a lui vicine in un’opera d’arte potentissima, e che in tale arte è presente un cavallo. E qui ricongiungiamo Giovanni e Pablo in una improbabile Reunion :p

Ma lasciamo perdere i supergruppi Biblico-Picassiani e torniamo al dualismo Guerra-Merda e all’aspetto artistico che nasce da tale letame (e ci infiliamo anche Faber, che non fa mai male).

Si, perché nella Musica, a noi cara troviamo una valanga di interessanti spunti in quanto da “qualche secolo” a questa parte la guerra è fatta anche di comunicazione, e la musica fa parte essa stessa di comunicazione, in una forma completa, alta.

La musica è in pratica sia parte della guerra che dell’ “anti guerra“. Pensateci:

  • le marce
  • i tamburI
  • gli inni

Essi sono una spinta che prende la parte bassa del corpo, e che spinge ad andare avanti, spesso verso una irragionevole morte per altrui decisione. Immaginate tutta la retorica che possiamo rivedere in filmati di metà secolo scorso: ricordate l’Istituto Luce, o i video che arrivavano dalla Germania Nazista, usavano lo strumento musicale per arrivare al cuore e spesso a strati inferiori della persona, del Popolo.

Di qui, se non fossimo su un blog di Musica, vi parlerei della “fabbrica del consenso” (che suona come il film di Willy Wonka, ma al posto di Gene Wilder o Johnny Depp, abbiamo il buon Noam Chomsky) e di tutte quelle tecniche usate da “pochi” per convincere “molti”, ma mi limiterò alla questione sulla Musica. Si, perché già con la Musica ne abbiamo molto, e se l’elenco puntato di poco fa ci racconta delle musiche usate da tutti i colori (oltre a Fasci-Nazi, possiamo vedere gli altri buoni, i figli dello Zio Sam, e a tutto il gingoismo che l’America ci regala da un secolo a questa parte e ci costringe ancora a piegare la testa al loro patriottismo da Sergente Maggiore Hartman), ben altro ci viene raccontato da tutta la musica contro la guerra, una musica ben più alta di banali marcette.

Badate bene, non parlo di musica spicciola, parlo di vette. Qualche esempio, oltre alla già più volte citata War Pigs?

  • Blowin in the wind (Dylan, contro la guerra in vietnam)
  • imagine (lennon, contro…tutto)
  • sunday bloody sunday (u2, strage di derry, irlanda del nord)
  • volunteers (jefferson airplane, per il movimento pacifista fine ’60)
  • civil war (guns’n’roses, contro le guerre cosiddette “civili”)
  • la guerra di piero (sempre faber, contro la stupidità dell’uomo che uccide un uomo)

La produzione è profonda, argomenti che toccano il cuore, la mente, e un posticino che abbiamo dentro, nascosto, che dovrebbe essere svegliato ogni volta in cui qualcuno sbraita dai suoi canali che “bisognerebbe togliere qualcosa a qualcuno” per stare meglio. Sia essa la vita, sia un possedimento, o una libertà.

Qui uniamo i fili (un po’ come i fili di Damiana) del discorso, i Figli Fortunati che non partiranno, perché vicini a chi compie la scelta di far massacrare il proprio popolo, vengono uniti al dualismo musicale che prende l’anima dell’essere umano e si schiera apertamente contro queste violazioni, sognando un universo senza simili che si massacrano. E questi fili li usiamo per creare un bel fiocchetto. Cosa c’è scritto sul fiocchetto?

“La guerra è una merda. Per fortuna abbiamo la Musica.”

 

La versione Room120

La versione Room120 di Fortunate Son è composta da una riarrangiamento piuttosto semplice: viene sacrificata una parte dell’intro, partendo dal riff iniziale. La durata sotto i 2 minuti è garantita anche dal fatto che una delle strofe viene eliminata e parte di un ritornello.

I BPM (se vi ricordate, rappresentano la velocità del brano) vengono aumentati di poco, non avendo particolari necessità di tempo.

Il risultato è comunque molto dinamico, e permette di non tagliare il senso nel testo rimanendo all’interno dei nostri limiti imposti.

 

Tutto qui, questa volta una serie di osservazioni semplici.

Gustatevi ancora questo meraviglioso brano, e diteci se anche per voi la Guerra è una strada lastricata di concime.

 

Comments: 2

  • Laura
    Rispondi 2 Novembre 2019 10:04

    Ragazzi miei il livello di questo blog si alza ogni volta di più…sono rimasta letteralmente incollata allo schermo…che vi amo l’ho già detto?????

  • Manuela
    Rispondi 2 Novembre 2019 14:47

    È sempre un piacere leggere questi articoli…uno meglio dell’ altro (menomale che non devo fare una classifica ????)!
    Fortunate Son è un pezzo che adoro e che conosco da tanto, non solo perché amo i CCR ma anche grazie a Bruce Springsteen che nei suoi concerti (a cui spesso per mia fortuna ho potuto assistere) spesso l’ha “coverizzato”, essendo lui stesso un fan dei Creedence, grande amico di John Fogerty e sostenitore del concetto che la guerra è una merda (potete vedere su YouTube la versione Boss & E Street Band con J.Fogerty).
    Quindi, quando tempo fa, ho scoperto che Fortunate Son faceva parte del vostro repertorio, beh…è stato un altro buon motivo per ascoltarvi e seguirvi.
    Alla lista delle canzoni anti guerra, si potrebbe aggiungere anche “War” scritta nel 1969 contro il Vietnam da Norman Whitfield e Barrett Strong per la Motown ed inizialmente “affidata” ai Temptations. Poi, incisa come singolo da Edwin Starr nel 1970 e coverizzata da Springsteen nel tour Born in the Usa e rimasterizzata per il suo Live ufficiale del 1986.
    Ciao, alla prossima ????????

Post a Comment