Storia del rock e dell’ombrello con gli Who
Tempo di lettura: 4 minutiNon riesco a immaginare un momento migliore per approfondire la storia del rock e dell’ombrello con gli Who se non in questa stagione. Si può dire che il cambiamento climatico di cui tutti parlano è come la quarta rivoluzione industriale: non sta arrivando, è già qui.
La novità è che in autunno piove sempre di più e purtroppo la pioggia fa spesso guai, un po’ come me quando entro in casa dei Roommates per scrivere storie di musica rock che fanno acqua da tutte le parti. In realtà quelle che voglio raccontare sono storie di moda ma ti assicuro che non sono poi così distanti da quello che ti aspetti di trovare qui. Leggere per credere.
Cantando sotto la pioggia
Sembrerà assurdo ma per arrivare alla storia del rock e dell’ombrello con gli Who, partiamo dal film Cantando sotto la pioggia, uno dei miglior musical di sempre.
Questa pietra miliare del cinema, ambientata nel passaggio da pellicole mute a sonore, fu probabilmente ispirata dal film “Étoile sans lumière” la cui protagonista femminile era nientepopodimeno che l’incantevole Édit Piaf (“quella” de La vie en Rose e di “Non, je ne regrette rien”- per intenderci).
La Regina Elisabetta
Cosa c’entra tutto questo con gli Who? Andiamo con ordine. Quando si parla di pioggia e di ombrelli mi viene in mente il personaggio inglese più celebre in assoluto: la Regina Elisabetta. Vera e propria collezionista di ombrelli, ne ha uno per ogni outfit sfoggiato nelle occasioni ufficiali. In pratica in un solo scatto è capace di rappresentare il perfetto stile inglese, dai completi colorati ai cappelli, per arrivare agli ombrelli coordinati. Questi ultimi in particolare sono il simbolo di una nobiltà e di una raffinatezza di altri tempi. Un ricordo di quando gli ombrelli riparavano più che altro dal sole, nemico dei visi nobili, chiari come la porcellana, fin dal tempo dei faraoni egizi.
Storia dell’ombrello
Ne è passata di acqua sotto i ponti ma dal XVII secolo in poi l’ombrello si diffonde come accessorio moda, a volte impreziosito da pizzi e piume, sempre coordinato ad abiti e accessori esclusivamente femminili. Non c’era nemmeno da provare a portarne uno, se si era un uomo. Se non altro, non nel Regno Unito. Non prima del 1800.
Ne sa qualcosa il filantropo Jonas Hanway, primo tra i londinesi a usare l’ombrello: lottò per trent’anni contro la società del Settecento, venne deriso e insultato per aver usato un accessorio femminile che al massimo avrebbe potuto portare un francese, ma un vero inglese proprio no.
Furono sopratutto i conducenti delle carrozze a prenderlo di mira: puntavano proprio sui giorni di pioggia per incrementare i loro affari e l’ombrello avrebbe finito per rovinarli irreparabilmente. Purtroppo per loro, ombrello e bombetta finiranno per accompagnare e rappresentare banchieri e uomini d’affari di tutta Londra per decenni.
Potremmo tirare fuori dall’armadio qualche curiosità su November Rain, o Rain e basta (già che su questo blog se ne è già parlato) ma Note di Stile resta fedele alla divagazione e torna con prepotenza alla Regina Elisabetta.
La donna è un vero e proprio simbolo di una raffinatezza d’altri tempi ma anche di una tradizione aristocratica austera e risoluta. Se c’è un carro funebre nel quartiere di Belgravia, per esempio, e a lei da fastidio perché ogni volta che passa di lì le ricorda il funerale del marito Giorgio VI, lei lo fa rimuovere. Chi se ne frega a chi appartiene.
Cosa che invece frega a noi, perché il Packard V12 del 1936 in questione, era di Pete Townshend, leader degli Who, talmente arrabbiato per l’accaduto, da dedicare alla Regina Madre il brano “My Generation”.
Storia del rock
Un brano nel cui videoclip si vedono camminare fianco a fianco ragazze con minigonne vertiginose e uomini con bombetta e… ombrello (eccolo). In questo caso per rappresentare la sintesi di una società che sta aprendo le proprie menti, al di là delle classi sociali e dei simboli che le rappresentano.
Tornando al 2019 – oltre al fatto che quest’anno il Museo dell’Ombrello e del parasole di Gignese compie 80 anni – c’è da aggiungere che gli Who torneranno con un nuovo album, a 13 anni dal precedente. Alla batteria c’è sempre Zak Starkey, figlio di Ringo Starr, che guarda caso ha girato tutto il video di “La De Da” cantando sotto la pioggia, naturalmente con un ombrello. E “La vie en Rose”, che è fiorita in questo articolo a ‘mo di infiltrazione? A dimostrazione del fatto che questo viaggio non è un completo buco nell’acqua, c’è di nuovo Pete Townshend, che riconosce Edith Piaf come vera e propria musa rock, risultando determinante, guarda caso, per il pezzo di cui parlavamo prima:
“il suo modo sofferente di cantare ha ispirato la nostra My Generation”.
Lo ammetto, questa storia storia del rock e dell’ombrello con gli Who è raccontata con leggerezza, un po’ all’acqua di rose (toh, delle rose). Spero almeno di aver sollecitato qualche curiosità in più sui complessi cambiamenti che coinvolgono il meteo, la società, la musica e le tendenze.
D’altronde la mente umana è un po’ come un ombrello: funziona meglio se la si tiene aperta.
Manuela
18 Novembre 2019 08:59E’ interessante e originale come l’ autrice, partendo da un oggetto estremamente comune, riesca a creare intrecci e rimandi pieni di curiosità che hanno a che fare con la storia dei costumi, della società e della musica (che poi è l’ argomento principale di questo blog)…Verissimo l’ epilogo!!
Damiana
12 Dicembre 2019 14:39Grazie davvero. Sbrogliare certe matasse non è sempre semplice ma in un modo o nell’altro ne verremo sempre a capo, promesso.
Alberto Salis
14 Gennaio 2020 22:06L’ho già detto al buon Marco, ma visto che ci sono lo scrivo anche qui.
I tuoi articoli sono deliziosi. Non ho ancora capito perchè, mannaggia a te… ma il fatto permane. Sono maledettamente deliziosi.
Damiana
15 Gennaio 2020 13:09Il fatto che qualcuno apprezzi Note di Stile, rischia di farmi venire voglia di scrivere altri articoli. Io ve lo dico, siete avvisati. (Grazie di cuore Alberto)
ALBEgrafiche
1 Febbraio 2020 18:07Se doveva sembrare una minaccia… aspetta di leggere i miei di articoli. >D
Hilayah
4 Maggio 2020 11:13Dami, cerca di non smettere di scrivere questi articoli perché sono troppo belli!!!!! Eh!!!!!
DB
4 Maggio 2020 11:22Farò il possibile ???? Grazie Hila ????