Vecchi amici
Tempo di lettura: 7 minutiI Vecchi Amici sono quelli che puoi non vedere da molto, ma che ancora sono legati a te in ogni momento. Ve ne parliamo insieme a una delle band che più significa per noi.
Il Vecchio Amico, oggi è il chitarrista degli Allman: Duane Allman, che avrebbe compiuto 73 anni.
Il brano è uno dei più belli scritti da Warren Haynes in uno dei più bei dischi della Allman Brothers Band.
L’insieme delle parti ci da PIU’ della loro semplice somma. Qui stiamo parlando di… di tutto.
Ma come sempre ci si arriva per gradi.
La Band – Allman Brothers Band
Ecco, sono mesi che aspetto questo istante, sono mesi che attendo di poter parlare di una delle band che è più legata a me, a noi, e dovrebbe essere legata a tutti. La loro storia inizia nel 1969, finisce con gli ultimi live del 2014 e quando Marco compie 35 anni, giorno del passaggio di Gregg Allman dagli Allman Brothers alla Grande Band del Mondo Di Là.

Gregg e Duane
Sarà difficile riassumere, potete trovare il tutto su Wiki, o leggendo un bellissimo libro che si chiama I Cavalieri di Mezzanotte (da Midnight Rider, brano storico degli Allman). Io vi racconterò solo alcune cose dei due fratelli, Duane e Gregg Allman rispettivamente classe ’46 e ’47, di Nashville in Tennessee (quella cantata dagli Skynyrd in Workin’ for MCA).
Intanto vi posso raccontare che sfuggirono al servizio militare, uno dei due sparandosi in un piede, vi posso dire che uno dei due aveva dei fraseggi avanti rispetto al mondo intero.
Vi posso poi raccontare che Duane, detto Skydog, nato il 20 novembre 1946, venne preso per suonare in un disco di Wilson Pickett, e durante le registrazioni garbò talmente tanto a un certo Eric Clapton che lo volle necessariamente nel suo supergruppo “Derek and the Dominos”. Fu importante il ruolo di Duane in quel disco? Beh, se clicchi qui a fianco trovi il link a un pezzo che si chiama Layla. Beh, senti le sette note ossessive che partono dal primo riff? Beh, quelle le ha scritte Duane.
Vi posso raccontare altro per farvi capire questa grandezza? Si, sempre su Duane vi posso dire che il suo solco, tracciato con forza, si interrompe a quasi 25 anni a causa di un incidente in moto. Si, avete capito bene: ha costruito la sua fama da chitarrista mondiale entro i venticinque anni.
Dal 1967, all’età di 21 anni, al 1971 Duane è comparso in CINQUANTUN dischi, ha collaborato con migliaia di musicisti e alla sua dipartita il suo amico, forse fan, Ronnie Van Zant ha scritto un brano dedicato a lui, un brano mediocre, poco conosciuto e dedicato allo spirito libero di Skydog.
Il brano si chiama Freebird, ed è la più grossa pietra miliare dei Lynyrd Skynyrd.

Gregg e Cher
E il fratello Gregg? Anche lui non è stato da meno, ha suonato dal ’67 al 2014, ha assunto ogni forma di droga esistente (era famoso per quando entrava nelle farmacie per scolarsi flaconi di sciroppo con qualche maledettissimo ingrediente in grado di calmare la sua “fame”) si è sposato varie volte, una delle quali con Cherilyn Sarkisian LaPierre, in arte Cher. Gregg era forte con l’hammond, ottimo cantante, ottimo chitarrista acustico. Volete sapere cosa ha prodotto (oltre a 5 figli sparsi)?
- 15 album da solista
- 12 album in studio con allman brothers
- 14 album live
- 16 raccolte
Ecco, quindi possiamo dire che anche il buon Gregg ha fatto la sua STORIA.
E il resto della band? Contempla una valanga di musicisti di altissimo livello, nella prima formazione possiamo annoverare:
- Gregg
- duane
- berry oakley (bassista, morto in moto, come duane, a macon, come duane, vicino a dove e morto duane, ma tutto un anno dopo)
- jaimoe (batterista, fortissimo, quello di colore)
- butch trucks (batterista, si ne avevano due, fortissimo, quello bianco)
- dickey betts (chitarrista, pazzesco, quello cosparso sul viso di roba bianca, spesso)
Questa è la formazione delle meraviglie iniziali, senza Duane sarà quella di Eat The Peach per intenderci. Da qui passeranno Chuck Leavell (prima di andare con i Rolling Stones etc…), Lamar Williams (alla morte di Berry), Dan Toler, David Goldflies, David Toler (quando Jaimoe aveva disastri alla schiena), poi arriverà Warren Haynes e con lui Allen Woody (no, non Woody Allen di cui vi parla Damiana) , che se ne andranno per fondare i Gov’t Mule.

Zio Warren <3
Su Warren Haynes spendo due rapidissime parole, essendo il chitarrista preferito da Marco (dopo Mr Breeze, si intende):
Quest’uomo è magico. Cit. D.Matthews
Ha 48 dischi sulla schiena, ha suonato con gli Allman, con i Gov’t Mule, coi The Dead (Grateful Dead superstiti), con Dave Matthews e con la Tedeschi Trucks band (trovate un suo video alla Casa Bianca, mentre suona davanti a Obama). Non lo adorate? Come fate a non adorarlo!
Stavo elencando tutti i musici con Allman Brothers Band, è lunga, come sempre trovate tutto su Wiki, quindi termino con la formazione definitiva (trovate quasi una formazione per disco su Wiki, ma non disperate, quella importante è quella qui sotto):
- gregg
- warren
- jaimoe
- butch trucks
- derek trucks (nipote di butch, mostruoso. Solo questo posso dire: Mostruoso)
- marc quinones (percussioni. Si, perchè due batteristi non bastavano
- oteil burbridge (Basso, jazzista, nero, psichedelico, ciao)
Con questa formazione hanno scritto Hittin’ note. Era il 2003. E la meraviglia che avete sentito è la chiusura del disco dopo uno strumentale infinito chiamato Instrumental Illness, firmata proprio dal buon Oteil.
Ascoltatelo. Ascoltatelo tutto, vi pulisce le orecchie e i pensieri.
Il brano

Zio Dickey
Dopo aver lanciato info, alcune a caso, altre animate da un sacro fuoco che ho per questa band, vi parlo del brano per festeggiare il compleanno di Duane Allman.
E’ una sorta di ballata, in 4/4, della durata eterna di 6:10. Spinge, dopo una intro da slide guitar. E’ uno dei più interessanti esempi di condivisione e di dialogo musicale che potete trovare. Nell’intro si suggeriscono frasi, si bisbiglia, si urla e si canta con le chitarre, è un minuto e (quasi) mezzo di botta e risposta senza basso, senza batterie e percussioni. Poi la voce di Warren è precisa, calda e sudista. La chitarra di Derek è una serie di slide chirurgici da metà del terzo minuto, un assolo botta e risposta di gusto e cuore.
Il testo parla di un Vecchio Amico, parla dell’importanza di avere qualcuno da ricordare, da chiamare nei momenti importante
I Vecchi Amici
Maledizione, “DAMN!!”, i Vecchi Amici. I Vecchi Amici sono persone che probabilmente non abbiamo sempre intorno, sono persone care che rimangono incastrate bene o male sotto al cuore, verso il fianco, vicino alle costole. Sono lì, spesso sono in questa posizione perché possono essere contemporaneamente il Supporto a un cuore ferito, o malato, o debole che ha preso qualche botta, e la Spina da conficcarsi duramente nel fianco stesso, da fare male.
Il Vecchio Amico ha l’arduo compito di aggiustarti il cravattino quando hai esagerato, ha il legittimo dovere (o l’estremo piacere) di doverti colpire in pieno volto in caso di necessità, con tutta la forza che ha, ha il maledettissimo fardello che gli permette di vibrare una testata al centro del tuo ego e ricordarti che, in fin dei conti “Anche meno va bene uguale”.
Allo stesso tempo deve essere armato di scopa e paletta per raccoglierti nel momento in cui non c’è altro da fare, e di voglia di esplodere quando è il momento di fare festa.
Questo è il Vecchio Amico. Warren ne parla, ma allude (anche e soprattutto) ad altro. Noi abbiamo voluto spendere queste poche parole per ricordarci che questa figura spesso è parte delle nostre vite, e dobbiamo fissare bene l’idea che ne abbiamo per evitare di inflazionare troppo il concetto stesso.
Nella musica spesso qualche band usa etichettare i suoi membri come “Fratelli”, spesso si usa l’etichetta “Fratelli” anche per tutte le persone legate a Mamma Musica, quella grandissima Meretrice che ci tiene tutti attaccati alle sue sottane. La realtà dei fatti però è ben diversa, vediamo ogni giorno band cambiare elementi, sciogliersi e ricomporsi in modo diverso, in un eterno cambiamento. Vediamo “Fratelli” che fino al giorno prima condividevano il cibo, l’alcool, la casa, addirittura il social (si, sono caustico, perdonatemi) voltarsi le spalle o accoltellarsi perché uno ha preferito suonare meno, o cambiare decisioni musicali. I Fratelli di oggi sono gli sconosciuti di domattina. E questo è volatile come l’assenzio.
In questo, forse, abbiamo una differenza: non ci piace ostentare, urlare ai quattro venti i legami che si sono creati tra 4 persone. Forse, e qui peccherò di “Acromegalia dell’Ego”, siamo solo felici di quello che stiamo tirando su, una community, un insieme di persone che si chiama Roommates Family. Questa non va urlata troppo, perché in fin dei conti, nessuno si vanta in giro della sua famiglia se non in rari post su un blog.
Quindi ci chiamiamo “Fratelli”? No, siamo solo Vecchi Amici.
La versione Room120
La prima stagione di Room120 è caratterizzata da brani che sforano (un pochetto) i 120 canonici secondi. Sono due minuti, si, ma hanno 30 secondi in più. Perché? Eh, il motivo è che il pezzo aveva quella carica e quel mood tale da richiedere quei secondi.
Cosa accade? Beh, intanto si passa da 6:10 a 2:30, il tempo passa da 89 a 87 bpm. COSA? Si, abbiamo insolitamente rallentato di 2 bpm il brano. Il motivo? Abbiamo aggiunto basso e la cassa di un Cajon suonato da Alessio. Il carico di strumenti generato impone maggiore corpo armonico, melodico e ritmico, e pensare di dare una scansione più morbida ci ha dato più respiro. Se valuti che in genere abbiamo aumentato di 10/15 bpm, questa volta abbiamo mantenuto egregiamente il mood originale, nonostante il lieve cambio di tempo.
Le due chitarre acustiche danno un suono morbido, particolarmente sorretto da un basso semplice e rotondo e da una batteria essenziale. E’ una interpretazione che sentiamo particolarmente nostra.
E voi? Cosa ne pensate della differenza?
Fateci sapere nei commenti.
Laura
19 Novembre 2019 22:17Che bello leggere un bell’articolo prima di andare a dormire.
Cosa penso della vostra versione? Per me è una di quelle che mi piacciono più dell’originale…ma forse sono di parte…
Marco Oreggia
20 Novembre 2019 14:04Sei rapidissima nella lettura 🙂 Non ho un badge per il sito! :p
Niki
20 Novembre 2019 11:02Ho letto tutto con la voce di Marco ahahaha! Questo blog si fa proprio leggere tutto. Ricordo questa versione ma arrivando io dalla black music non ho mai ascoltato i 6mn dell’originale, cosa che farò presto prima di finire all’angolo!
Gli amici, tasto dolente per me.. Ho 2 vecchi amici fantastici che sono uno il contrario dell’altro, i due capi estremi della mia vita senza equilibrio e poi ho dei nuovi amici. Il tempo mi dirà cosa saranno per me, per ora è come mettere la chiave nella toppa di casa e aprire la porta ,ogni volta che li sento e passo del tempo con loro.
Manuela
21 Novembre 2019 15:55Bello rientrare nel blog e … sorpresa!!! C’è già un nuovo articolo, a breve distanza dal precedente su Neil Young.
Felice quindi di leggere un altro avvincente racconto ricco di particolari e aneddoti che, con la “scusa” di qualche ricorrenza, oltre a presentare la canzone in questione, ci parla dell’ autore o della band che l’ ha scritta e regalata al mondo.
Old Friend mi piace moltissimo ma (e qui forse mi ripeterò) in particolare nella vostra versione, che spesso riascolto grazie a Room120. Trovo che il basso e la batteria confluiscano alla fluida armonia delle chitarre un ritmo più corposo ed incisivo, donando alla vostra interpretazione un’ impronta originale… Insomma, non potevate fare meglio per cantare di “Vecchi Amici”.