
Sex, chiodo e Rock’n’Roll
Tempo di lettura: 5 minutiÈ ufficiale: è estate. Da ieri. Non è decisamente la stagione della giacca di pelle ma mi sento comunque in vena di raccontare questa storia all’insegna di Sex, chiodo e Rock’n’Roll.

Konrad e Z1(sorridente)
Tra l’altro il 21 giugno è proprio una bella data: nasce il 33 giri, si festeggia la Festa Europea della Musica e non si pubblicano articoli di Note di Stile. Purtroppo sei finito qui il giorno dopo, perciò ti tocca l’ennesimo, assurdo, viaggio, almeno fino a quando non appenderò il portatile al chiodo. Ci tengo a specificare che questa volta non ci saranno macchine del tempo o disastri aerei, staremo qui tranquilli, ognuno a casa propria, da brava community. E poi oggi è il giorno in cui Konrad Zuse mise a punto il primo computer funzionale, lo Z1, grazie al quale oggi siamo qui a picchiettare su una tastiera sentendoci più vicini, anche se nemmeno ci conosciamo. Ed è merito suo anche se ci siamo incontrati proprio qui, grazie alla musica che ascoltiamo e alle storie che ci fa piacere leggere.

Jukebox Wurlitzer
Chiodo scaccia chiodo con il jukebox
Ok, non voglio sconfinare nella retorica del “vogliamoci bene” perciò direi che è arrivato il momento di utilizzare il buon vecchio chiodo scaccia chiodo e di cambiare registro. Sex, chiodo e Rock’n’Roll, dicevamo. Partiamo dalla musica: parleremo di jukebox, perciò metti una monetina, gira la manovella e scegli una canzone. Perfetto, direi che funziona! Con “Anarchy in the UK” entriamo subito nel giusto mood, grazie ai Sex Pistols e a una delle 500 migliori canzoni di sempre secondo Rolling Stone. Siamo in pieni anni ’70 e siamo a Londra: dobbiamo solo capire che diavolo c’entrano sesso, chiodo, moda e jukebox ma sono fiduciosa. Sono anche convinta che in qualche modo abbiano a che fare con la giornata di oggi perciò se non hai di meglio da fare, mettiti comodo perché siamo per entrare in un bizzarro salotto culturale in pieno fermento Seventies.
Il mio chiodo fisso

Malcom e Vivienne
Come ormai avrai notato, ho un po’ il chiodo fisso della moda e non posso fare a meno di coinvolgerla in ogni storia raccontata su Note di Stile, con la scusa di parlare di musica rock. In questo caso però musica e moda si fondono davvero in modo del tutto naturale e lo fanno al 430 di King’s Road, a Londra. Lì sorgeva il negozio della stilista Vivienne Westwood e del produttore Malcolm McLaren, ricavato nel retro-bottega del Paradise Garage. Malcolm era rimasto subito impressionato dallo spazio che avrebbe ospitato il loro negozio: “In mezzo alla stanza c’erano un jukebox scintillante e una sfera da discoteca, una gonna e un paio di vecchi jeans inchiodati al muro. Mi ricordava quelle vecchie sale da ballo con la luce che sfarfallava dappertutto”. Fu così che la coppia aprì la propria attività di vendita di dischi e cimeli anni ’50. Il jukebox suonava rock’n’roll anni

Una coppia Teddy Boy balla Rock’n’roll
Cinquanta e Malcolm e Vivienne passavano il tempo ad ascoltare pezzi di artisti come i The Troggs (te li ricordi?), insieme ai clienti del negozio, la maggior parte dei quali vestivano in stile Teddy Boy (subcultura degli anni ’50 rilanciata negli anni ’70 con il ritorno del rockabilly). Il negozio cambiò un po’ veste nel 1974, quando decisero di cambiargli nome e di optare per un insegna con enormi lettere in latex rosa: “Sex”.

New York Dolls
Sex, chiodo e Rock’n’Roll
Già solo per quello, la loro attività venne considerata rivoluzionaria, così come il loro stile, che influenzò in modo incredibile la cultura britannica dell’epoca. Considera che agli inizi degli anni ’70, Malcolm andava già in giro dei pantaloni in lurex confezionati dalla Westwood. Cosa li spinse a cambiare nome al negozio? Probabilmente le ispirazioni. In quegli anni conobbero i New York Dolls, anche loro amanti del rock’n’roll anni ’50 (e del Chuck Berry di “Johnny B. Goode”), che significheranno moltissimo per i gruppi punk che Malcolm rappresenterà e che Vivienne vestirà nel corso degli anni successivi.
Fu proprio lì, in quel salotto in stile anni ’50, con i dischi e il jukebox che ci ricordano Fonzie di Happy Days, che ebbe luogo la rivoluzione culturale che portò al punk, che non è solo un genere musicale ma riguarda anche la letteratura, le arti visive e ovviamente la moda. In quel negozio – “Sex”– convivevano l’anima punk di Jordan, la direttrice in calze a rete, tacchi a spillo e body nero in PVC e l’aria modesta del commesso Sid Vicious, in camicia hawaiana e calzoni a sbuffo anni Cinquanta. Sì, quel Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols.

Sid Vicious
Fu proprio Vivianne Westwood a fargli scoprire la sua passione per la giacca di pelle in stile biker, alla quale era talmente legato da aver chiesto di essere sepolto con il suo chiodo addosso (così narra la leggenda). Ecco cosa lega Sex, al chiodo e al Rock’n’Roll!
22 giugno
In tutto ciò non mi ricordo da dove ero partita. Ah sì, il 22 giugno! Il 22 giugno del 1927 furono messi in vendita i primi jukebox. Considerando che abbiamo attraversato decenni di storia di stile a “bordo” di un jukebox, direi che il cerchio si chiude qui, con Happy Days. E con l’iconica giacca di pelle di Fonzie, penserai. In realtà il suo non è propriamente quello che in Italia viene definito chiodo.

Judas Priest (Rom Halford con i capelli)
In Italia abbiamo cominciato a chiamarlo così quando abbiamo sentito l’esigenza di definire il giubbotto di pelle in stile biker con applicate le borchie. Quelle tipiche del look metal rappresentato dai Judas Priest, per intenderci. In ogni caso, la giacca di pelle da motociclista resta un capo talmente iconico che da solo potrebbe raccontare tutta la storia del costume dall’inizio del 1900 a oggi. Oggi ci siamo limitati alla solita, piccola, nota di stile.
Manuela
25 Giugno 2020 23:42Ormai da tanti anni, uno dei capi più presenti nel mio armadio è proprio il giubbotto di pelle, nelle sue molteplici versioni. E sono convintissima che questa mia passione risalga proprio a quando l’ affascinante mondo di Happy Days invase l’ Italia; ero una bambina ma Fonzie (per il quale avevo una cotta pazzesca) e la sua giacca biker (insieme ai jeans e agli stivali Frye da motociclista) divennero presto il mio chiodo fisso insieme a quella atmosfera anni ’50 e al Rock ‘n’ Roll che faceva da colonna sonora alle sue vicende. Fu quindi attrazione fatale per quello stile e per quel genere musicale che ancora oggi prediligo.
Per non parlare poi, sempre nello stesso periodo, del cult movie “Grease” in cui il chiodo (stavolta quello vero) è indossato da Danny Zuco/John Travolta e dai suoi T-Birds alla conquista di Sandy/Olivia Newton John (che proprio sulla scena della canzone finale indossava la mitica giacca) e delle Pink Ladies.
Tornando indietro negli anni ’50 e ’60, il mondo del cinema, con attori del calibro di James Dean e Marlon Brando, e quello della musica, con Elvis Presley, incoronano il giubbino di pelle come capo alla moda, vero e proprio cult e simbolo di ribellione.
Rimanendo poi nella sfera della musica, mi vengono in mente anche i Ramones e Bruce Springsteen (di nuovo lui????), che proprio con il chiodo si fece immortalare sulla copertina del suo epico album “Born to Run” del 1975, e che ancora oggi fa parte del suo stile, come di quello di tanti altri artisti e persone comuni.
La giacca di pelle, capace di sfidare ogni tendenza, ogni cultura ed ogni stagione, è quindi un’inseparabile compagna di viaggi, come ormai lo sei tu, Damiana, grazie al tuo chiodo fisso per la moda e lo stile ????.
DB
26 Giugno 2020 16:06Ti aspettavo su Springsteen 😉 meritava senz’altro una citazione. Scrivere è una sofferenza, una continua rinuncia: la maggior parte delle volte bisogna sacrificare qualcosa. Sono felice che Note di Stile possa contare su chi, come te, arricchisce i racconti con il proprio tocco personale.
Manuela
27 Giugno 2020 09:21Grazie????
Non potevo non citarlo, ormai lo sai????
Per me è sempre un gran piacere essere arricchita da “Note di Stile” e partecipare ????