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Lynyrd Skynyrd

Tempo di lettura: 5 minuti

Ti chiedi mai cosa spinga un musicista a cominciare la sua carriera?

Ti chiedi mai cosa porti avanti la storia della musica, le storie…e forse anche la sua Storia?

Gli aneddoti sulle carriere, sugli inizi e sulle fini di musicisti e band ci hanno sempre interessato, fanno parte di tutto quel retroterra culturale che ci piace, che piace ad ognuno dei Roommates e che probabilmente (anzi, quasi certamente) interessa a tutti quelli che ascoltano, vivono e respirano il Rock!

Quindi, senza indugi particolari, approfitto di questo 20 di Ottobre, dell’Anno del Signore 2019 per scrivere un articolo, un pensiero dedicato, un istante di respiro, per una delle band che più ci hanno caratterizzato, sia per il sound che per buona parte del loro modo di vedere la Musica.

Vedere la Musica

Si. Vedere la Musica. Questo è un aspetto importante sul quale ci siam sempre soffermati, perchè la Musica non è solo un insieme di note, brani, dischi e repertori. La Musica, quella vissuta e vista dalle Band è qualcosa di più, è respirare lo stare insieme in attesa di iniziare, è svegliarsi presto la mattina imprecando per essere andati a dormire tardissimo perchè quel pezzo non riusciva e serviva provarlo ancora e ancora e ancora, è sentirsi costantemente con il resto della band per organizzare e organizzarsi.

Gregg e Dickey

In questo aspetto, nell’aspetto “dell’insieme”, molte band sono una fonte di ispirazione nel bene o nel male. Alcune hanno fatto la storia con aneddoti alle volte marginali, alle volte determinanti. Chi non ha mai sentito di Ozzy e del pipistrello? Qualcuno forse meno mainstream ha letto di quando Gregg Allman comprò un’auto con i soldi della Band e Dickey Betts (che non era così in bolla…) decise, già che l’auto era per forza anche sua, che l’avrebbe interamente distrutta con una mazza da baseball.

Ci sono però aneddoti, storie e momenti che hanno caratterizzato la storia di band e non solo, che attingono da disastri o momenti tristi.

I momenti tristi, come sempre, sono dannatamente formativi. Lo sono per chiunque a prescindere dall’estrazione sociale, dal mestiere, o da tutta quella serie di scelte che una persona può fare. I momenti tristi nella musica sono tanti, spesso permettono di trarre ispirazione, toccando corde molto profonde all’interno dell’animo umano. Spesso alcuni musicisti hanno una particolare predilezione per fatti tristi, portando la loro scrittura a livelli altissimi grazie alle sensazioni generalmente viste come negative come la tristezza, l’ansia, l’angoscia, la paura.

Mi viene in mente l’italianissimo Luigi Tenco, pare infatti che durante un’intervista qualcuno gli chiese:

Come mai scrivi solo cose tristi?

(domanda di per sé discretamente del ca**o: cosa vai a chiedere a Tenco? Dai!)

Pare che lui rispose in maniera semplice ed illuminante:

Perchè quando sono felice esco!

Chiaro. Limpido. Cristallino. Tenco era un personaggio particolare, negli anni ’60 fino al ’67(anno della sua morte durante il Festival di Sanremo) interpretava quella che era chiamata la “Scuola Genovese”, una corrente musicale o forse addirittura un movimento culturale con sede nel nostro amato capoluogo Ligure.

Tenco era molto espressivo, e….triste. Si. Era Triste. Di quella tristezza vissuta, vestita e condivisa.

Quella che ti fa piangere, quella che ti fa maturare ed esprimere dal profondo ciò che anche gli altri sentono ma non sono in grado di dare forma, e forse nemmeno di esprimerle a parole.

Black Stone Cherry

Tale sensazione ha caratterizzato anche il mondo del Southern Rock, la corrente musicale nella quale affondano le loro sozze radici sia i Lynyrd Skynyrd (a cui dedichiamo questo post) che gli Allman Brothers (che in parte vedete nella foto lassù, con Gregg e Dickey) che nostri eroi contemporanei come i Black Stone Cherry (tanto contemporanei da aver suonato a Luglio al Pistoia Blues con i nostri amici Lambstone)

Lambstone

Lynyrd Skynyrd

Torniamo sulla band. Torniamo al motivo per cui questo articolo parla di Vedere e Vivere la musica, anche di fronte a disastri e sofferenza. Come questa sofferenza sia una chiave di volta, spesso, per spingere l’anima di un artista a fare di più, a fare meglio.

Questo articolo esce il 20 ottobre. Cosa ha di particolare il 20 ottobre? E perchè i Lynyrd Skynyrd?

Perché il 20 ottobre di 42 anni fa la band stava volando, stava volando a livelli di fama, era appena uscito il loro quinto album “Street Survivors”, solo tre giorni prima.

Conteneva meraviglie, pietre miliari:

  1. What’s Your Name
  2. That Smell
  3. One More Time
  4. I Know a Little
  5.  You Got That Right
  6. I Never Dreamed
  7. Honky Tonk Night Time Man
  8. Ain’t No Good Life

Era uscito con la copertina che vedete qui a fianco, dove Van Zant e soci posavano con abiti particolari (si, ammettiamolo, Artimus Pyle aveva dei calzettoncini orribili e Billy Powell sembrava un pappone, ma ora non soffermiamoci su questo) in una strada in fiamme.

Questa copertina, a soli tre giorni dall’inizio della distribuzione, fu immediatamente ritirata e la foto venne riproposta senza fiamme. Questo perché….perché il volo che passava sulle loro paludi del Mississippi, dalle parti di Gillsburg, precipitò.

Le cause… le cause sono varie e sicuramente non le tratterò qui (mille articoli ne parlano), resta il fatto che Ronnie Van Zant (cantante), Steve e Cassie Gaines(chitarrista, quello che ha scritto l’assolo di Freebird con Gary Rossington per capirci… e Cassie, corista, era sua sorella), Dean Kilpatrick (uno dei manager della band) e i due piloti morirono nell’impatto e tutti gli altri membri rimasero feriti più o meno gravemente(tranne Artimus Pyle, più fortunato, o forse per i calzettoncini).

Questo evento tragico, questo momento terribile, causò nel mondo della musica uno shock. Una band decimata, fermata durante un momento di mostruosa ascesa. A seguito dei danni terribili la band, in quel lontano ’77 si sciolse.

Reunion (e forse un lieto fine)

La storia vede poi la Reunion 10 anni dopo, i dettagli sono come sempre leggibili ovunque in rete. Resta il fatto che la band risultante, con Johnny Van Zant (fratello di Ronnie, già che i signori Van Zant erano originali coi nomi) alla voce, destinata in origine a un tributo alla storica band, divenne di nuovo una band di prima categoria, un peso massimo della musica dall’87 a OGGI. Si, Oggi. Quella band, poi modificata negli anni per ovvi motivi, ebbe una tale risposta dal pubblico, una tale spinta a riprendere e a scrivere, da generare nuovamente tutte quelle sensazioni meravigliose che la Musica sa originare.

E’ qui il centro del nostro discorso, il messaggio che gli Skynyrd oggi ci regalano: la Musica è la migliore medicina, è la spinta a proseguire, è ciò che rende estatica la felicità e ciò che rende più sopportabile il dolore. Qualsiasi dolore.

E in fin dei conti è qui il bello, tutto quello che possiamo fare, vivere e condividere, si basa sul fatto che noi, che amiamo la Musica, potremo sempre dare una colonna sonora ad ogni istante. Potremo usare il tutto come una spinta a fare meglio, a fare del bene ed essere felici, anche grazie a chi quella musica l’ha scritta.

 

In coda…lascio un momento di gioia che ci collega agli Skynyrd: anni fa facemmo la cover della loro Call Me The Breeze (si, lo so, è di JJ Cale, ma son dettagli). Loro…ci regalarono una condivisione della nostra versione sul loro sito. Ve la lascio quà sotto: vi piace? Fatecelo sapere o scriveteci se vi trovate in quello che vi ho scritto sulla  Musica. In fin dei conti, un commento è il modo che abbiamo tutti di condividere.

E quindi…

SOUTH WILL RISE AGAIN!!!!

Comments: 3

  • Niki
    Rispondi 20 Ottobre 2019 10:07

    Articolo stupendo..
    Ma la parte che adoro di più parte da “ ti chiedi mai..” e finisce con “é il modo che abbiamo tutti di condividere.”
    Grazie ????????

    • Marco Oreggia
      Rispondi 21 Ottobre 2019 19:41

      Una parte piccina, insomma 🙂

  • Manuela
    Rispondi 20 Ottobre 2019 17:36

    Due ore fa anche Radio Freccia ha omaggiato questo anniversario passando Free Bird e raccontando dell’ incidente e dei fatti sinistri che precedettero quell’ evento (una delle coriste, che non era poi salita su quell’ aereo, aveva avuto una premonizione sognando l’ incidente qualche notte prima; e poi la copertina del disco, come citato anche nell’ articolo).

    Grande band, bellissima la vostra cover che ho avuto modo di ascoltare dal vivo tante volte e grande il vostro articolo che condivido pienamente. In particolare il pezzo dell’ importanza di dare una colonna sonora alla propria vita, grazie alla musica scritta da gente come i Lynyrd Skynyrd…ma anche grazie a gente come voi che la ripropongono regalando meravigliose emozioni.
    Grazie Roommates e… Keep on rockin’????

    Manu

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